La Chiesa Madre, intitolata a Sant’Angelo Martire, Patrono del Comune di Sant’Angelo Muxaro, è una sobria espressione del tardo barocco di metà XVIII sec. Sopra il portale centrale spicca lo stemma di Sant’Angelo Carmelitano scolpito a bassorilievo su cinque blocchi di pietra. Lo stemma è incorniciato da un cartiglio barocco svolazzante. Sopra i capitelli delle due lesene del portale spicca la data di costruzione: MDCCLXIV (1764). La chiesa è a pianta basilicale, con tre navate con volta a botte nella navata centrale e volte a crociera nelle navate laterali. Maestose le colonne tuscaniche lisce che separano le tre navate e che terminano con capitelli dorici. L’altare centrale è dedicato a Sant’Angelo Carmelitano di cui è presente una magnifica pala d’altare realizzata da Francesco Guadagnino. Particolari e curiosi sono i paliotti di gesso scagliola dell’Altare del Santissimo Sacramento e l’antico Crocifisso medievale ricoperto da lastre d’argento.
Si ha notizia dell’esistenza della chiesa già nel 1604, quando una bolla vescovile confermava la confraternita di Nostra Signora dell’Itria già presente in Sant’Angelo, nell’omonima chiesa. I resti di alcune mura, di cornicioni, della volta di un fabbricato senza tetto adiacente all’attuale corpo di fabbrica della chiesa, riconducono ad un edificio religioso del XVI sec. Con molta probabilità questi sono i resti dell’antica Chiesa dell’Itria. La Chiesa del Carmelo, così come la vediamo oggi, è datata al 1725, mentre il campanile fu ultimato un anno dopo, nel 1726. La parte esterna è molto semplice, con pochissimi elementi decorativi. Unici particolari di rilievo sono i due ingressi; soprattutto in quello centrale dove si riporta lo stemma araldico della famiglia Spoto che si onerò dei lavori di ampliamento della chiesa. Internamente la chiesa è ad unica navata secondo la tradizione barocca. Gli unici elementi decorativi di rilievo si evidenziano in quattro edicole laterali. In queste edicole compaiono colonne con ornato floreale in stile rococò. Dello stesso stile sono i due pulpiti e l’acquasantiera. Diverse le statue di pregio, ma una in particolare riallaccia la storia della Chiesa del Carmine alla tradizione greco-albanese del borgo: il mezzobusto ligneo di Nostra Signora dell’Itria.
La Riserva Naturale Grotta di Sant’Angelo Muxaro, istituita per il notevole interesse idrogeologico e speleogenetico in rocce gessose, tutela le due cavità che si aprono alla base delle pendici meridionali del colle gessoso di Sant’Angelo Muxaro, su cui sorge l’omonimo centro abitato. In particolare l’area protetta comprende l’intero sviluppo ipogeo dell’Inghiottitoio Infantino - costituito da un antro e un pozzo verticale di circa 10 metri - e della Grotta di Sant’Angelo Muxaro (conosciuta anche come “Grotta Ciavuli”), una cavità con uno sviluppo di 1.760 metri, articolata in due rami con ingressi sovrapposti: nel ramo inferiore si riversano le acque provenienti dalla valle cieca, mentre il secondo ramo, inattivo nel suo tratto iniziale, costituisce la parte maggiormente conosciuta del sito tutelato;vi si accede con un percorso sub-pianeggiante attraverso l’ampio antro d’ingresso, che conduce ad una grande sala di crollo, da cui è possibile raggiungere nuovamente il corso delle acque. Resta tutt’oggi esterna alla riserva la risorgenza del sistema carsico, una grotta ubicata sulle pendici nord-occidentali del rilievo gessoso su cui sorge il centro abitato. La Riserva riveste inoltre sia interesse faunistico per la presenza di anfibi, rettili e chirotteri, che vegetazionale, per una ricca vegetazioneconcentrata principalmente lungo gli alvei e sul costone roccioso con specie tipiche degli affioramenti gessosi. Da evidenziare anche l’interesse archeologico dell’area per la presenza della Necropoli di Sant’Angelo Muxaro.
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